Il crollo delle attività di ristorazione per lo stop forzato di alberghi, bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha avuto un effetto negativo a valanga sull’agroalimentare nazionale con una perdita di fatturato di almeno 1,5 miliardi per i mancati acquisti in cibi e bevande nel trimestre considerato.
Il lungo periodo di chiusura ha pesato su molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale commercializzazione per fatturato.
Nonostante la riapertura permane una situazione di difficoltà nella ristorazione per una diffidenza diffusa, la chiusura degli uffici con lo smart working e per l’assenza totale dei turisti italiani e stranieri. Si spera ora nel via libera allo sconfinamento tra regioni e alla riapertura delle frontiere per alimentare nuovi flussi turistici nelle città d’arte, nelle località di mare, in montagna e nelle campagne. Senza una decisa svolta le 24mila aziende agrituristiche presenti in Italia rischiano una perdita di un miliardo a fine 2020 dopo che la chiusura forzata ha fatto saltare sia il periodo pasquale sia i ponti del 25 aprile e del 1° maggio. A pesare oltre al calo della domanda interna è il crollo del turismo internazionale con gli stranieri che rappresentano il 59% dei pernottamenti complessivi senza dimenticare le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni) che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno. In primavera si concentrano anche tutte le attività di fattoria didattica che molti agriturismi svolgono per dare la possibilità ai ragazzi di stare all’aria aperta in collaborazione con le scuole, ora chiuse.
L’Italia è leader mondiale nel turismo rurale con le strutture agrituristiche diffuse lungo tutta la Penisola in grado di offrire 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola per un totale di 14 milioni di presenze lo scorso anno, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat.